Man Ray, Cadeau

 2.500,00

Esaurito

Una delle opere surrealiste più famose, icona di tutto il Novecento.

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Man Ray, Cadeau

1921/1974

Tiratura di 5000 esemplari (ciascuno corredato da un certificato numerato e firmato).

Titolo, firma e tiratura sul manico del ferro da stiro: Cadeau Man Ray 864/5000.

Edizione Luciano Anselmino,Torino; realizzazione Giorgio Barutti, Venezia.

L’opera si trova all’interno di una teca di cm 30.8 x 15.9 x 16 ed è corredata del suo astuccio contenitore.

 

Cadeau o ‘Dono’ di Man Ray è una delle più famose icone del movimento surrealista. L’opera consiste di un ferro piatto usato in passato quotidianamente per essere riscaldato su una stufa, qui trasformata in un oggetto non-funzionale, attraverso l’aggiunta di una fila di quattordici chiodi. Il Cadeau originale è stato realizzato nel 1921 e questo esemplare è uno dei 5000 realizzati nel 1974 da Luciano Anselmino.
La storia della realizzazione dell’opera è descritta dettagliatamente da Man Ray nella sua autobiografia. Il giorno dell’apertura della sua prima Mostra personale a Parigi passeggiando con il compositore Erik Satie la sua attenzione cadde su un negozio di ferramenta dove comprò un ferro da stiro di ghisa, un tubetto di colla e alcuni chiodi a testa piatta; dopodiché si recarono alla Galleria dove Ray incollò una fila di chiodi al ferro, la chiamò Cadeau e la aggiunse alle altre opere in mostra. L’opera fu rubata non molto tempo dopo durante l’esposizione e per tale motivo l’artista ordinò successivamente una serie di multipli (tra cui quello qui presentato). 

Le intenzioni di Man Ray, che potrebbero essere lette semplicemente come una derisione delle normali funzioni di un ferro da stiro, sono in realtà molto più sottili. Tra i principi intorno a cui ruotano le opere d’arte di Man Ray troviamo infatti l’intenzione di non distruggere mai, ma piuttosto modificare e arricchire un oggetto. In questo caso, egli fornì infatti al ferro da stiro un nuovo ruolo, un ruolo che noi intuiamo confusamente e che spiega proprio lo strano fascino di questo oggetto. 

Bibliografia:
– L’opera è citata nel volume Object de mon affection, pubblicato da Philippe Sers con prefazione di Jean-ubert Martin, Parigi    1983

Peso 4 kg
Dimensioni 16 × 15,9 × 30,8 cm