L’immagine della donna nei libri d’artista francesi, tra fantasia e realtà

“Il termine livre d’artiste, un’invenzione squisitamente francese, definisce un’edizione limitata, una pubblicazione fatta a mano che tipicamente associa parole con grafica d’arte originale, eseguita e stampata sotto lo stretto controllo dell’artista. […] Per un livre d’artiste, l’artista, l’autore, l’editore e lo stampatore devono spesso lavorare insieme progettando il rapporto tra testo e immagine, scegliendo il carattere tipografico, la carta, la modalità di stampa e la rilegatura per ottenere un prodotto di alto livello. […] La natura del materiale, il tempo speso e i costi hanno poco a che vedere con il successo finale dell’opera”.

Nel 1772, Denis Diderot pubblica “Sur les femmes”, un breve scritto nel quale esprime alcuni dei suoi giudizi sul mondo femminile.

“…è soprattutto nella passione dell’amore, negli attacchi di gelosia, nei trasporti della tenerezza materna, negli istinti della superstizione, nella maniera in cui condividono le emozioni epidermiche e popolari, che le donne sorprendono, belle come i serafini di Klopstock, terribili come i diavoli di Milton. Ho visto l’amore, la gelosia, la superstizione, la collera, portati nelle donne ad un livello che l’uomo non proverà mai…”.

Di quasi un secolo e mezzo dopo (1919) è una nuova edizione di quest’opera di Diderot arricchita da alcune incisioni su legno del pittore ed incisore francese René Georges Hermann-Paul.

Protagonista tanto delle parole del filosofo quanto delle immagini di Hermann-Paul, che nella loro combinazione inseriscono l’opera nella dimensione del “livre d’artiste”, è la figura femminile, la cui presenza nelle produzioni artistiche a cavallo dei due secoli è costante.

Donne della contemporaneità, del passato, di realtà vicine o di dimensioni fantastiche, le eroine del XIX e XX secolo affollano le pagine di alcuni tra i più celebri libri d’artista prodotti in Francia.

Del 1925 è “Brigitte ou la belle au bois dormant” di Marcel Jouhandeau con alcune litografie di Marie Laurencin.

Di quest’opera Jouhandeau scrive in una lettera del 3 febbraio 1925 a Max Jacob: “Kahnweiler mi ha preso due novelle delle quali una sarà illustrata da Marie Laurencin […] sono due lavori recenti molto piccoli[….] I loro titoli: “Brigitte ou la Belle au bois dormant” e “ Ximonès-Malengorde”[…]” e ancora, riferendosi all’artista che illustrerà il suo testo: “Vedo abbastanza spesso Marie Laurencin. La sua intelligenza, la qualità della sua fantasia, la misura apparente di una vita fondamentalmente così sfrenata mi seducono, mi legano e anche il rispetto del quale lei mi circonda come un’eccezione”.

Ancora una principessa delle fiabe è la donna raccontata dalle parole di Charles Perrault in “Cendrillon” del 1697, che riprenderà vita attraverso le immagini di Jules Pascin in una nuova moderna edizione illustrata dall’artista nel 1929.

Complessivamente il libro illustrato da Pascin, anche conosciuto come il “principe di Montparnasse”, artista bulgaro che diviene ben presto tra gli artisti più richiesti a Parigi, contiene cinque incisioni originali, ciascuna pubblicata in un’edizione di sole 88 impressioni. Le lastre sono poi state biffate con due linee orizzontali e verticali.

“Cendrillon” rappresenta senza dubbio un primo, originale esempio della famosa arte erotica di Pascin.

In “Isabelle” di André Gide, testo illustrato dalle incisioni al bulino di Jean Gabriel Daragnès, ad essere presentata è invece la storia di una donna moderna, dei suoi amori, delle sue paure e delle sue passioni.

Quest’opera di straordinaria bellezza viene pubblicata a Parigi nel 1924 da Henri Jonquières e C. Editeurs, Collection “Les Beaux Romans”.

Del 1930, per le Editions des Quatre-Chemins, è invece “Les soeurs Bronte ou les filles du vent” del poeta surrealista René Crevel, opera che viene accompagnata dalle illustrazioni di Marie Laurencin.

Sempre dal mondo surrealista proviene la donna raccontata da Remy De Gourmont ed illustrata da alcune incisioni al bulino di Jean-Emile Laboureur in “Le songe d’une femme”.

In questa versione illustrata del Roman Familier di De Gourmont, pubblicata nel 1925, Laboureur immortala la figura femminile in una serie di immagine estremamente raffinate. Della donna, così tanto celebrata, amata, criticata o semplicemente raccontata, è qui il corpo ad essere al centro dell’attenzione, in un infinito moto di scomposizione e ricomposizione, secondo la fantasia dell’autore.