A Montréal si prescrive l’arte: il primo esperimento al mondo

Chi non ricorda il film Patch Adams in cui Robin Williams interpreta il dottore-clown che strappa sorrisi a piccoli pazienti?

Da quel momento in poi il riflettore è stato puntato sulla clownterapia e sulla potenza del sorriso come “medicina alternativa”.  Queste teorie, all’epoca strampalate e non accademiche, sono state nel tempo supportate da evidenze scientifiche.  La ricerca ha infatti dimostrato che “il riso” incrementa il rilascio di sostanze chimiche endogene come le catecolamine ed endorfine, le sostanze del benessere che ci fanno sentire vivaci e in forma. Mentre diminuisce il rilascio di  cortisolo e di ormoni dello stress, stimolando la risposta immunitaria.

La clownterapia ha aperto le porte anche alla sperimentazione della musicoterapia, ovvero l’utilizzo della musica in più ambiti e setting clinici e terapeutici come supporto non farmacologico, semplice da utilizzare e soprattutto privo di effetti collaterali.

Come diceva il dottor Adams “Noi dobbiamo curare la persona, oltre la malattia”. Questo dictat sembra essere un fondamento anche di alcuni medici canadesi che collaborano con il Museo di belle Arti di Montréal e che stanno conducendo studi clinici per valutare quanto e come l’arte influisca sulla salute e sul benessere. Nel 2016, solo due anni fa, questi medici hanno fondato il Michel de la Chenelière International Atelier for Education and Art Therapy, dedicato all’arteterapia.

Dal primo novembre i medici della Médecins francophones du Canada (MFdC) possono prescrivere ai loro pazienti cinquanta ingressi gratuiti per mostre, musei e gallerie esattamente come si trattasse di farmaci o di terapie. In Canada si sta tenendo il primo esperimento al mondo per dimostrare quanto l’arte e la terapia della bellezza abbiano effetti benefici per curare, alleviare o addirittura prevenire disturbi, dal diabete alle malattie croniche, passando anche per la depressione.

Nel XXI secolo la cultura sarà ciò che l’attività fisica è stata per la salute nel ventesimo secolo”, afferma Nathalie Bondil, direttrice generale del Museo delle Belle Arti di Montréal.

Hélène Boyer, vice-presidente dell’associazione medica di Montréal, afferma: “Ci sono sempre più prove scientifiche sull’arte come terapia. L’arte infatti aumenta il nostro livello di cortisolo e il nostro livello di serotonina, l’ormone della felicità. Noi secerniamo ormoni quando visitiamo un museo e questi ormoni sono responsabili del nostro benessere.”

Negli Stati Uniti il National Endowment for the Arts da oltre un decennio lavora con gli operatori sanitari per promuovere l’integrazione della cultura nel processo di guarigione.

Alla luce di questo si dovrebbe pensare che gli italiani siano il popolo con meno malattie e più longevo, data la qualità e la quantità di opere d’arte sul territorio nazionale. Ma è allo stesso tempo il popolo che non preserva la bellezza.

Usufruite dunque della nostra galleria virtuale, una selezione di opere non solo gradevoli o preziose, ma coinvolgenti, capaci di risvegliare l’ormone del benessere!