Salvador Dalì: la “Biblia Sacra”

La “Biblia Sacra”

É il 1950 e Salvador Dalí è all’apice del successo; il maestro surrealista ha raggiunto la notorietà e dopo otto anni trascorsi con Gala negli Stati Uniti, decide di ritornare in Europa. Come molti degli artisti che avevano trovato riparo negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, quindi, anche Dalí e Gala ritornarono nel vecchio continente dopo un lungo periodo americano che lo ha visto raggiungere la fama e la notorietà a livello mondiale. La prima tappa europea per Dalí e Gala fu proprio l’Italia, patria della classicità e del Rinascimento. L’artista, che proprio in questi anni recupera la tradizione e la forma, si sentiva particolarmente attratto dall’Italia. Nel 1948 si tiene la prima mostra personale dell’artista presso la galleria L’Obelisco di Roma. Il nuovo cambiamento di stile della pittura del maestro è impostato su soggetti totalmente nuovi: classici, mitologici o cristiani, i nuovi soggetti sono interpretati attraverso concetti scientifici. Fu così che, a partire dagli anni Cinquanta, comincia una nuova spettacolare fase per il maestro del Surrealismo: il periodo che viene storicamente definito “mistico nucleare”. Nel frattempo, il mercato richiede sempre più insistentemente i lavori dell’artista. È a questi anni e al decennio successivo, inoltre, che risalgono anche i principali lavori grafici del maestro. Fra il 1967 e il 1969 Dalí realizza un’opera monumentale: 105 opere suddivise in 5 volumi. Si tratta della Biblia Sacra, pubblicata fra il 1967 e il 1969 da Rizzoli-Mediolani, Milano.

Le Edizioni

L’opera comprende 105 stampe litografiche tratte da altrettanti acquerelli. Dell’opera Biblia Sacra sono state pubblicate tre diverse edizioni: la prima, la più preziosa, conta 99 copie “ad personam”; le litografie sono stampate su carta tessuto, impreziosite da dettagli realizzati in oro e firmate dall’artista. I fogli sono rilegati in volumi di pelle verde Morocco. La seconda edizione, la “magnus luxus”, conta 199 copie numerate da I a CXCIX, stampate anch’esse su carta tessuto sono contenute in volumi in pelle verde. La terza edizione, la “luxus”, conta 1499 copie numerate da 1 a 1499 e stampate su una speciale carta rigida; ognuna di esse presenta il timbro originale dell’artista e la firma e la data su lastra. I fogli sono rilegati in volumi realizzati in pelle di capra naturale.

La Commissione

Nel 1963, Giuseppe Albaretto, uomo devoto e pio che divenne il mecenate e protettore di Dalí durante il soggiorno italiano, commissiona a Dalí alcune serie di opere grafiche fra cui, naturalmente, anche la Biblia Sacra. Albaretto e sua moglie Mara, appartenenti a una famiglia alto-borghese milanese, divennero in breve tempo i principali intermediari e committenti del lavoro artistico di Dalí in Italia. Attraverso la commissione delle opere a Dalí, Albaretto pensava di poter far riconciliare l’artista con la religione e, più in generale, con il mondo della spiritualità. In effetti, gli acquerelli della Biblia Sacra rappresentano gli episodi significativi della tradizione cristiana veterotestamentaria e neotestamentaria. La tecnica utilizzata dall’artista per queste opere è davvero sorprendente: attraverso un archibugio, antica arma da fuoco portatile, l’artista “spara” direttamente il colore sul foglio, con un effetto cromatico notevole e grande movimento e dinamicità. Le figure religiose sono caratterizzate da colori estremamente sgargianti e le litografie, alcune delle quali sono impreziosite da dettagli realizzati in oro, sono accompagnatae da un foglio di carta giapponese nella quale è stampato il versetto dell’episodio da cui è tratta l’opera.